Ancora a proposito di 'Tecnici' e di 'Politici'
di Carlo Corridoni---09-02-2021
Le Istituzioni dello Stato si trovano a gestire ciascuna un certo Potere, quindi la democrazia impone che tutti i cittadini possano farne parte ed avere accesso ad esse senza intralci, e solo a condizioni previste dalla Legge.
Le Istituzioni, però, sono anche 'organi' dello Stato, e questo impone che esse funzionino secondo quanto previsto dal loro Principio istitutivo: ne deriva ai cittadini che ne fanno parte una speciale responsabilità, che essi si impegnano ad esercitare con competenza e dedizione.
Responsabilità, evoca - evoca! - da parte di chi ce l'ha un impegno a risponderne: risponderne sempre a termini di Legge.
La 'competenza' di questi cittadini responsabili ha quindi DUE ACCEZIONI: 1) facendo parte di un'Istituzione statale, essi hanno titolo ad agire nell'ambito che gli è proprio (gli tocca) e 2) in tale agire, devono esibire la competenza professionale che assicuri l'efficacia delle loro determinazioni (sono in grado di).
Penso che la confusione che si fa fra competenza tecnica e competenza politica degli uomini di governo derivi dal considerare artificiosamente separate le due accezioni distinte dell'UNICA RESPONSABILITA' che è da essi assunta nell'adempiere al loro servizio.
Perché di SERVIZIO si parla, non di voluttuaria o edonistica attività pubblica!
Troppo spesso gli uomini delle Istituzioni sono stati selezionati per qualità estranee all'Ufficio cui venivano ammessi - e spesso chiamati - e scelti per principi di convenienza privata o per malintese 'premialità', sicché, negli anni, nel sentire collettivo, il Politico è diventato incompetente e il Tecnico si è trasformato in esecutore astratto.
Aggiungete a questo equivoco la diffidenza che nel Paese, in genere, circonda i tecnici, che sono ritenuti assurdamente portatori di una cultura minorata, e riescono evidenti le cause dello sfacelo della classe politica, ora sotto gli occhi di tutti.
Di recente si pensò da più parti, semplicisticamente, di lanciare l'appello per il riconoscimento del 'merito' in qualunque risvolto delle attività produttive ...
Peccato! Questo appello arrivava proprio nel momento in cui la massima premialità - economica, di carriera e di prestigio sociale - veniva assicurata alle attività estemporanee di un'imprenditoria di rapina ...
Chi per valore morale suo proprio aveva il costume di guadagnarsi lo stipendio, chi studiava a scuola diligentemente aspirando ad un apprendimento significativo, chi contava sull'espletamento regolare delle procedure concorsuali per accedere al lavoro - AL LAVORO COSTITUZIONALMENTE RICONOSCIUTO - tutti costoro sentirono in cuor loro la stonatura di quelle 'raccomandazioni' del Merito: sapevano che ben altre 'raccomandazioni' avrebbero avuto, come sempre, ben altra efficacia.
E dire che io, come sapete, non sono un benaltrista ...
Ora: pensate che Mario Draghi sia angustamente un 'Tecnico'? Non si diventa Governatori della Banca d'Italia se non si agisce politicamente ...
Pensate allora che Mario Draghi sia astutamente un 'Politico'? Non si presiede la BCE per titoli furbescamente benemerenziali ...
Ecco: spero che i suoi ministri abbiano come lui incorporata la sintesi delle due accezioni di Competenza alle quali ho accennato brevemente all'inizio.
Care cose a tutti.