La demografia continuerà a sorprenderci
di Mara Gasbarrone---10-02-2021
Lo sapevate che i bambini nati lo scorso dicembre sono il 22% in meno rispetto all’anno prima? E che nel 2020 i matrimoni sono stati la metà rispetto alla media dei cinque anni precedenti? L’effetto Covid è stato immediato sui matrimoni: niente assembramenti, niente feste, e quindi niente matrimoni, o – per i più determinati - matrimoni poco festosi. Effetto posticipato sulle nascite, dove cominciamo a vederlo solo adesso, ma che si annuncia molto importante. Per la mortalità i dati sono noti, e non li ripeteremo.
Effetti transitori o definitivi? Ne stiamo ragionando su tanti aspetti della nostra vita: il modo di lavorare, di studiare, di avere relazioni: inevitabile che anche e soprattutto la demografia ne sia stata investita in profondità.

Se nel breve periodo le sorprese sono state tante (e tutte negative), non è detto che su un orizzonte più lungo la popolazione non ci riservi novità ancora più sorprendenti e non del tutto negative, in Italia e anche nel pianeta Terra. Nel breve filmato di SuperQuark Piero Angela ci racconta di un’Italia che a fine secolo (quando i bimbi nati oggi saranno vispi 80enni) sarà rimpicciolita a 28 milioni di abitanti, di un mondo che nel 2060 toccherà il picco massimo con 9,6 miliardi di abitanti, per iniziare poi un percorso in discesa che lo porterà a perdere un miliardo di abitanti entro il 2100. Con profonde differenze fra paesi, fra la Cina che scenderà a 700 milioni e la Nigeria che la supererà con i suoi 800 milioni. E con una popolazione più piccola, nella maggior parte dei paesi, ma ancora più anziana dell’attuale.

Previsioni diffuse in varie versioni e che contraddicono in parte quelle delle Nazioni Unite, le quali rinvierebbero a fine secolo l’inizio della discesa, facendola partire da un “picco” più alto di 10 miliardi di abitanti.

Che sia più attendibile la proiezione “ufficiale” e pessimistica delle Nazioni Unite, oppure quella alternativa della rivista Lancet, noi che siamo vissuti nell’incubo del boom demografico, possiamo permetterci un sospiro di sollievo per lo sventato pericolo? Sarebbe ancora necessario seguire il richiamo di alcuni ecologisti, come lo scrittore Safran Foer, che invitano a fare un figlio in meno? Rimane il fatto che dobbiamo cominciare a “pensarla” questa diversa umanità: sempre più piccola, sempre più anziana, esposta a tante sfide, in parte sconosciute, come è stato per il Covid.

Lunedì prossimo, di queste 'sorprese', cominceremo a parlarne con Alessandra De Rose.