Calende greche no. Calenda romano sì.
di Alberto Galanti---27-04-2021
Le prossime elezioni amministrative in alcune importanti città italiane, tra le quali Roma, sono previste in autunno. Non so esattamente cosa stia accadendo altrove ma a Roma mancano ancora delle candidature ufficiali. Al momento sono solo:
- quella di Virgina Raggi, ammirevole per il coraggio che dimostra nel ricandidarsi dopo 5 anni di gestione che molti definiscono fallimentare, alcuni vergognosamente fallimentare, altri drammaticamente fallimentare. La scelta di definirlo 'coraggio' o in un modo greve tipicamente romanesco è solo linguistica perché il concetto è identico;
- quella di Carlo Calenda che da mesi studia i più importanti dossier della Capitale e ha già pubblicato e diffuso due piani articolati e ben documentati:

uno su   Trasporti e mobilità   l'altro su   rifiuti e pulizia urbana.

L'annosa 'questione romana' del PD fino ad oggi ha prodotto candidature non ufficiali e solo una data: quella delle primarie fissate per il 20 giugno 2021. Nessuna indicazione sui programmi di governo della città al di là di semplici valutazioni negative su come l'attuale sindaca ha affrontato alcuni storici problemi. Come se per il PD cittadino cambiassero le soluzioni da proporre a seconda di chi vincerà le primarie. Come se ai romani 'nu' gne ne fregasse gnente de trasporti e monnezza, e je 'nteressassero solo le primarie'.
I candidati in pectore (tisicum) di cui si parla sono Gualtieri, Cirinnà, Caudo, Ciani, Zevi e il giovanissimo Federico Lobuono. C'è solo l'imbarazzo della scelta.
Per il centrodestra i nomi che si fanno sono diversi: quello dell’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso e quello del manager Andrea Abodi.
Io voto Calenda perché mi sta già dicendo molto chiaramente cosa intende fare e come.