Autocritica
di Carlo Corridoni---11-05-2021
Alla videoconferenza di ieri sono arrivato impreparato, e così non mi sono comportato bene.
Non mi sono comportato bene sia con le relatrici sia con gli Iscritti a Parlare, insieme coi quali solitamente siamo tutti così generosi di acuti interventi, tanto che la nostra quiescenza è stata quasi recriminata perfino dal Presidente, mio omonimo Carlo.
Eppure, infastidito dalla terminologia, avevo pur lasciato nelle chat la critica alle parole 'competizione' e 'conflitto', che mi urtava venissero assunte quali paradigmi del complesso rapporto fra Uomini e Donne.
Molto professionalmente, una delle relatrici deve pure aver letto la mia annotazione, perché ha risposto al mio sia pur imbarazzato 'benaltrismo' scritto, in modo di porgermi l'opportunità di un intervento di approfondimento. Ma io non me la sono sentita di chiarire meglio la mia posizione scettica.
Non sono intervenuto verbalmente per motivi dialettici, non perché non avessi niente da dire:
affinché il dibattito sia valido, l'argomentazione che si porta - infatti - deve essere pro-positiva e mai esaurirsi circoscritta nella negazione di quanto sostenuto da altri interlocutori.
Ecco: prima di affrontare una conferenza di quel tipo avremmo forse dovuto incontrarci noi associati e condividere almeno lo spazio problemico dell'argomento: noi Iscritti ed Iscritte a parlare ed ascoltare, pensare e scrivere e leggere come uomini e come donne.
Poi non ha giovato alla dialettica l'autosufficienza delle intervenute, che si sono praticamente autocoordinate blindandosi nelle loro argomentazioni chiavi-in-mano.
Da parte nostra, quante volte abbiamo affrontato insieme una tematica così complessa?
Le relatrici troppo attrezzate, noi (come gruppo ed io anche quale persona) alquanto sprovveduti, sullo stato dell'arte e sulla necessarietà delle confutazioni ...
Buona serata!