Il buon carattere non è una virtù
di Carlo Corridoni---12-05-2021
Mi riferisco all'articolo appena recensito nella rassegna stampa di area scolastica, quello dal titolo (provocatorio) del 'voto al carattere'.
Come avviene quasi sempre nelle questioni dell'istruzione, le tematiche sono poste in discussione senza alcun indirizzo programmatico, come vorrebbe una corretta impostazione scientifica dei problemi.
Sicché, sulla scorta univoca dei propri sentimenti e convincimenti, gli interlocutori sono indotti a schierarsi o a favore o contro, in confronti puramente ideologici che non produrranno altro che convegni, gruppi di studio, seminari inconcludenti. Rumore insomma. Entropia!
Non fu certo il '68 a reclamare che la Scuola debba istruire piuttosto che selezionare (la classe dirigente), ma quasi tutti i pedagogisti dal Lambruschini in poi!
Già l'incerta etimologia di educare (da e-docere o da ex-ducere?) ci farebbe propendere per l'istruire, ma quali contenuti del processo istruttivo privilegiare: quelli 'misurabili' o quelli più genericamente 'qualitativi'?
Il voto è il risultato di una misura riproducibile o no?
Approfondire continuamente questo tema è il rovello di tutti gli insegnanti, che andrebbero peraltro incoraggiati a proseguire le loro personali ricerche in ambiti più vasti e promettenti.
Già la distinzione fra verifica e valutazione, non trova concordi tutti i non addetti ai lavori, fra cui -stranamente- gli utenti del servizio scolastico: gli studenti e le loro famiglie; figuriamoci una cifra (un voto?) indicatrice del carattere dello studente!
Posto che si verifichi un apprendimento e che si valuti l'efficacia di un servizio, tutte variabili che appartengono alle responsabilità della Scuola, sul carattere di uno studente quale sarebbe il valore aggiunto dalle attività scolastiche?
Poi, affinché una verifica sia significativa, è necessaria la collaborazione degli studenti, che dovrebbero considerarla un loro diritto (invece che un obbligatorio adempimento), come potrebbero mai, gli studenti concorrere attivamente alla determinazione di un loro carattere personale, individuale e in linea di principio riservato?
Diatribe di questo tipo squalificano la Scuola, e ne danneggiano la credibilità.
Infatti, gli studenti sono ben più preoccupati delle prove universitarie di accesso alle facoltà che del voto di Diploma. Tant'è vero che le prove d'accesso, riservate ai diplomati, possono essere calendarizzate anche prima dell'Esame di Stato, in concorrenza, anzi in conflitto con esso!