La Logica dell'Archeologo
di Carlo Corridoni---13-05-2021
Un Archeologo, scavando fra le sabbie d'una zona desertificata da secoli, trovò i resti di un'antica città.
In quella che dovette essere la casa del Re, nella Basilica, furono trovate lamine fittili con sopra incise, graffiate con grande perizia, misteriose iscrizioni.
Nel Boulaterion (una Sala del Consiglio?), scolpite con ancora maggior perizia, grandi lastre di pietra portavano iscrizioni sicuramente ammonitrici: le Leggi?
Bisognava assolutamente interpretare quei segni, tradurre quelle scritte.
Il grado di civiltà di quella Popolazione doveva essere molto, ma moolto elevato e la traduzione delle Sue leggi, così antiche, avrebbe illuminato anche la nostra, di civiltà: sia nel confronto con essa, sia nel suo costituirsi storico. Storico!
Per la traduzione, si misero all'opera schiere di scienziati di tutte le branche dello scibile, perfino i Matematici e gli Astrofisici (scritte pervenute dallo spazio cosmico? Trattandosi di Leggi ... più ordinate di così!), e Teologi (ancora Tavole della Legge?)
Dopo anni ed anni fu esposta un'ipotesi di traduzione 'letterale'.
Una delle lastre di pietra portava una scritta grosso modo così interpretata: SARA' CONDANNATO CHI UCCIDE UN BAMBINO.
Si venne così a conoscenza di un fatto a dir poco sconcertante: in una civiltà così apparentemente evoluta, di sicuro venivano uccisi bambini. E uccisi in tale preoccupante misura da rendersi necessario promulgare una legge che lo proibisse. Anzi lo condannasse!
Ancora oggi si congetturano i motivi di tanto incomprensibile barbarie, si cerca di conoscere le articolazioni di quella Civiltà che avessero reso possibile (vantaggiosa?) ed oggi spiegabile una pratica così disumana.
Care cose.