Lessicità al servizio del significare.
di Carlo Corridoni---09-07-2021
Cari Amici Iscritti a Parlare: se proprio noi, noi così intenti al Parlare, non ci curassimo del lessico, della sua appropriatezza, specie in un campo così irto di inibizioni e di censure come quello 'sessuale', ditemi: chi dovrebbe, potrebbe e vorrebbe preoccuparsene?
Proprio ieri ci ha lasciato il Prof. Giaime Rodano, uno studioso molto attento al linguaggio, che per anni era stato utilizzato al MIUR e che, insieme con l'Ispettrice Elena Bertonelli, aveva svolto studi sulla significatività sintattica dei discorsi Ufficiali. Ecco: non potrò chiedere più il loro pensiero sulla significatività di un discorso contenente la parola - se pure è una parola - come Lgbtqia+.
L'articolo della Dominijanni, riportato oggi da Lucia, quello scritto che raccomanda ineccepibilmente la cura dei lessici nei diversi campi dottrinari (giuridico e politico) e che appare sacrosanto nei suoi intenti generali, quell'articolo - mi chiedo provocatoriamente - usa parole significative nelle fattispecie rappresentate?
Strano destino quello delle parole: create per significare, perdono subito di precisione e il loro senso presto si allarga e si corrompe nell'uso retorico che ne fanno gli utenti. I Parlanti, appunto.
Alla fine sarà il Magistrato l'unico avente titolo ad assegnare il significato giusto alla parola, una volta inclusa in un dispositivo di Legge!
E se quelle parole incastonate per sempre nella Legge, fossero state scelte da Politici che avevano i loro vocabolari dedicati a tutt'altri significati contingenti, con parole a tutt'altri scopi, temporanei, prescelte?
Desidererei maggiore chiarezza, perfino una doverosa, imbarazzante esplicitudine.
Sono veramente confuso. Ma, vedete bene, non è la prima volta che mi capita!
Buona serata.