La Giustizia oracolare.
di Carlo Corridoni---03-10-2021
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A due-tre giorni dalla sentenza di primo grado contro Mimmo Lucano, come era prevedibile, cominciano a formarsi le immancabili fazioni degli innocentisti e dei colpevolisti, tutte, però, almeno in questo caso, temperate come non mai da ragionevoli argomentazioni.
Da parte dei magistrati, si sostiene che i capi d'imputazione sono ineccepibilmente moltissimi e che le relative azioni criminose sarebbero state condotte in modo sia continuativo sia associativo, con aggravamento della condotta di chi le avrebbe commesse.
Anche la Procura, che ha sostenuto l'accusa, concorda sulla consistenza delle responsabilità, così come sono state dedotte dall'analisi dei fatti, ammettendo tuttavia come la richiesta iniziale della pena fosse stata consapevolmente molto - troppo - contenuta, in ragione delle 'buone intenzioni' presunte dei soggetti implicati.
Come si è visto, un atteggiamento di comprensione che assolutamente non è stato condiviso dal giudice.
Di diverso avviso si dichiarano altri uomini di legge, frai quali l'avvocato Giuliano Pisapia, che assumerebbe eccezionalmente il ruolo della difesa quando gli giungesse il relativo incarico nel processo d'Appello.
Per l'ex sindaco di Milano, la sentenza sarebbe da ribaltare e salta subito agli occhi la sua duplice, formidabile competenza: lui già sindaco, come Lucano, e in più avvocato di grande successo professionale e politico.
Per moltissimi uomini di Legge, anche il computo delle pene dovrebbe ispirarsi a criteri di maggiore equità: è inaccettabile che il povero Mimmo Lucano, del quale si riconoscerebbero il disinteresse economico insieme con la volontà di fare del bene, si trovi condannato con maggiore severità rispetto a ben noti criminali pluripregiudicati (basti un cenno al binomio romanesco Buzi-Carminati).
Io sono per Lucano perché lui, nella vicenda, è la parte debole e, perché fra migliaia di amministratori, è stato uno dei pochi ad agire anche nell'interesse dei migranti (che sono ben più deboli di lui); però sulla questione non mi schiero.
Non mi schiero anche perché gli elementi di giudizio finora non mi determinano ad atteggiamenti di tal tipo, ma resto sconcertato e intimidito dalla risposta complessiva data finora dalla Giustizia: tutta inscritta nel profilo penale-giudiziario.
I problemi che l'ex sindaco ha preteso di risolvere, sia pure in modo erroneo e discutibile, vanno ben oltre le dimensioni umanitaria o amministrativa, mentre nella fattispecie tali problemi sono stati formulati e risolti (risolti, figuriamoci!) angustamente: tutti limitati all'interno del ... Codice Penale!
Pare proprio evidente come la via giudiziaria non risolva le questioni sollevate dall'accoglienza dei migranti, e dal loro accesso alle risorse vitali, quali l'abitazione, la salute, il lavoro e la sicurezza personale. Ai diritti!
E' pretendere troppo dalla Giustizia?
Forse sì, ma l'apparato giudiziario deve pur assicurare ai cittadini almeno la sicurezza! E io non mi sento né rassicurato con una giustizia così né - ed è peggio, molto peggio - DA una giustizia così (qualora mi coinvolgesse da imputato).
Quando pare che gli stessi giudici che hanno appena emesso una sentenza, ancora impegnati come sono a stenderne le motivazioni - che pubblicheranno fra settimane - non aspettino altro che la sua correzione in Appello ...
Sicché il secondo grado di giudizio, che dovrebbe garantire l'imputato da errori eccezionalmente possibili, si trova di fatto a tutelare normalmente il buon operato della magistratura ...
Ed ecco il dramma di Mimmo Lucano confluire nell'enorme problema della Riforma fra le più attese dagli italiani: la Riforma della Giustizia!
Insomma, una sentenza che ... più tempestiva di così!
Ancora care cose a tutti.