Pensava di essere Evita
di Rosy Ciardullo---18-10-2021
Ha destato molto scalpore l’intervento irruento di Giorgia Meloni mentre arringava la folla dal palco madrileno. Pensava di essere Evita Peron… ma di lei non ha né il fascino, né la passione e visione. Manca la bellezza. Non quella stereotipata dell’eterno femminino ma quella che si sprigiona dalla visione del futuro. Quella, ad esempio, della signora birmana, Aung San Suu Kyi o di Indira Gandhi.
Sono stati scritti molti libri sul culto del corpo del Capo, sulla forza e sulla mistica dell’esibizione muscolare, perché è sul corpo e attraverso il corpo che si esplica la differenza di genere e le diverse forme di dominio, perché è da quel luogo che si mostra la capacità di controllo e si ottiene la subordinazione degli altri. La voce indurita e lo sguardo truce, non garantiscono il transfert tra lei e i suoi fans.

Un parto quindi inutile come donna…ma non del tutto! La Giorgia nazionale è comunque una leader politica riconosciuta da tutto l’arco politico per le apprezzate qualità di dirigente, di coerenza e per le sue doti di arrivare alla pancia della gente. Con i suoi argomenti che semplificano parossisticamente la realtà e per il sentiment anti istituzionale ed antidemocratico che la contraddistinguono. Per tutto questo, Meloni come donna si pone paradossalmente come un’icona, di cui va colto il forte protagonismo e il ruolo chiave di leader dell’opposizione. Certo, di estrema destra. Il suo carisma simbolicamente si pone come strumento per l’empowerment di tutte le donne di destra o di sinistra che vogliono accedere a ruoli chiave in politica. E nonostante l’appartenenza alla sponda di destra, è legittimata ad essere iscritta in quell’universo del simbolico femminile dove da anni risiedono molte personalità che hanno voce in capitolo in ogni ambito, politico, scientifico e letterario.

Spagna
Lasciando da parte la sua esperienza umana e l’affermazione personale, l’idea di autocrazia che tenta di diffondere non ha diritto di cittadinanza nella dimensione della lotta democratica.
Meloni era in Spagna mentre i suoi sodali mettevano a soqquadro la capitale, e da quel palco tranquillamente rafforzava da sua dimensione identitaria. La vetrina internazionale va curata e non lo dimentica mai …insieme a Salvini! Le agenzie sovraniste-populiste vanno tenute in caldo e rassicurate sulla fedeltà.