La grande porta di Kiev
di Carlo Corridoni---27-02-2022
Per favore.
Prendete il giradischi, il lettore di CD, il PM3, collegatevi allo smart con YOUTUBE e ascoltate - una volta di più - QUADRI DI UN'ESPOSIZIONE. La grande opera pianistica di Modest Musorgskji, anche orchestrata da Maurice Ravel.
L'ultimo quadro, dopo la Capanna di Baba Yaga, rappresenta - rappresenta! - LA GRANDE PORTA DI KIEV.
Non potrete capire meglio che cosa rappresenti emotivamente Kiev per un russo. Più che capirlo, magari, arriverete a sentirlo. Certo non solo per le orecchie!
Dopo, subito dopo - possibilmente mentre - riflettete da dove possa provenire tanta ferocia, questa determinazione nel riprendersi una città che più russa di così sarebbe difficile immaginare. Più di San Pietroburgo e forse di Mosca medesima.
In tutto quanto accade c'è, per me, anche un delirio di dominio personale, forse di intima autodistruzione, più facilmente la punizione verso l'oggetto d'un amore non corrisposto, che esca da un sogno non suo. O mia o di nessuno!
Un meccanismo che affligge vittime su vittime.
4C