Arrivederci, Pierluigi
di Marina Izzo---19-05-2022
Solo pochi mesi fa ho scritto un pensiero in memoria di Gino Strada, scomparso lo scorso Agosto e conosciuto grazie a te. Ma mai avrei immaginato che, nel giro di meno di un anno, mi sarei trovata davanti a un foglio bianco per ricordare te, amico, maestro, guida. Domenica scorsa è morto don Pierluigi Di Piazza. In Friuli -Venezia Giulia non ci sarebbe alcun bisogno di spiegare chi era e chi è stato, lo sanno tutti. Ma, forse, fuori dalla periferia dell`Impero (come spesso definiamo noi la nostra terra) è importante farlo. Pierluigi (così amava essere chiamato) è stato un prete di frontiera, che accoglieva tutti e tutte indistintamente, che fossero credenti o meno. E questo perché, per lui, essere credenti non voleva dire credere in un Dio trascendente, nella Trinità e nella natura divina di Cristo (almeno non era questo l`essenziale). Essere cristiani voleva dire, innanzitutto, credere nel Vangelo, in ciò che esso dice, nei valori che trasmette. Per questo, secondo lui, ci potevano essere sedicenti cristiani che, in realtà, cristiani non lo sono affatto e, invece, atei convinti, profondamente cristiani, senza rendersene conto. Ha fondato , nel lontano 1989 , un Centro di accoglienza (vera!) per migranti e rifugiati , nonché di promozione culturale, dedicato alla memoria di un altro grande profeta, Padre Ernesto Balducci. La connessione che ha deciso di stabilire tra il concetto di accoglienza e quello di promozione culturale non è stata casuale: infatti, per lui, non ci potevano essere un`accoglienza e un`integrazione autentiche dell`Altro, senza che vi fosse contestualmente una crescita culturale (vi metto un link a un bel articolo di Famiglia Cristiana in questo senso). Per quanto mi riguarda, mi sono formata in quel centro. Pierluigi mi ha guidata in una fase delicata della mia vita, quando alla fine dell`università, dovevo decidere che strada prendere. Come ho già scritto e detto in passato, senza l`esperienza maturata al Centro Balducci, non avrei svolto la mia attuale professione nel settore della cooperazione internazionale perché è li che ho capito che il mondo è grande e piccolo allo stesso tempo e che la lotta contro le disuguaglianze e le ingiustizie non può e non deve avere confini. Mi mancherai, Pierluigi. Mi mancheranno le nostre chiacchierate, la capacità che avevi di dare le risposte giuste a domande spesso confuse, senza la volontà di convertire nessuno, ma solo con l`intento di dare conforto e speranza. Il mio non è un addio, ma un arrivederci. Perché la mia speranza ora è che un giorno tornerò a conversare con te. Nel frattempo, come ha detto nell`omelia del tuo funerale il tuo grande amico, Don Luigi Ciotti: “Non cercate Pierluigi sottoterra, sotto la pietra, non cerchiamolo tra i morti, lui sarebbe contento se continuassimo a cercarlo tra i vivi, se continuassimo a cercarlo nelle persone che lui ha amato, cercato accolto”. Infine, mi permetto di dare un piccolo suggerimento a voi che mi leggete: nell`elenco delle vostre letture estive, inserite un libro di Pierluigi Di Piazza. Alcuni sono stati pubblicati da Laterza, altri da case editrici più piccole. Sono solitamente libri snelli, di poche pagine, ma che, vi assicuro, lasciano davvero tanto. Spero che riescano a darvi la stessa carica e la stessa energia che hanno trasmesso a me quando, quasi vent`anni fa, ho deciso di lasciare una piccola città del Nord Est d`Italia e navigare per il mondo. Mandi, Pierluigi.