Non diamo per scontato il significato delle parole
di Luciana Scarcia---20-09-2022
Stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti e inquietudini, la crisi è globale, investe tutte le sfere della vita e sembra che il bene della persona umana non sia più un criterio di orientamento per le scelte politiche. Mentre il mondo che conosciamo ha crepe da tutte le parti: diseguaglianze crescenti, crisi economica, gente arrabbiata o sofferente, violenza ecc. avvertiamo un senso di impotenza. Ma forse anche questo sta nella logica del presente, siamo diventati una “società dell’anestesia”: in nome del progresso scientifico-tecnologico, della produzione, dello sviluppo economico, ci siamo dimenticati di essere umani.
Se le previsioni di questa campagna elettorale confermeranno il successo della Destra, ciò non farebbe altro che decretare e rendere palese qualcosa che già da tempo ravvisiamo nella vita attorno a noi e cioè comportamenti e linguaggi che reclamano ordine e sicurezza, che restringono la sfera dei valori nel recinto dei propri interessi immediati, minacciati dagli stranieri, da Potenti non identificati, dall’Europa che impone regole…
Scrive Edgar Morin nel suo recente pamphlet Svegliamoci che per contrastare l’egemonia della Destra, il cui unico filo conduttore è la pulizia etnica e religiosa e l’eliminazione dell’immigrazione araba, africana musulmana, bisogna opporre “una politica umanista alla disumanità tranquilla, implicita e a tratti forsennata”. Ma per far questo c’è bisogno di produrre pensiero e speranza, e il primo principio di speranza è “puntare sull’improbabile”, giacché probabile è tutto ciò che già è collocato nelle tendenze in atto del sistema in cui viviamo.

Da dove si comincia per costruire un pensiero “umanista” oggi? Intanto proviamo a prestare attenzione al linguaggio, alle parole che usiamo, perché aderiscano ai valori a cui fanno riferimento. Per esempio: democrazia.
Il suo significato è scritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nelle Costituzioni democratiche, nel Trattato dell’Unione Europea: rispetto della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza, dei diritti umani di tutte le persone, comprese le minoranze; rispetto, quindi, che non consente la discriminazione e persegue la Giustizia, la parità tra donne e uomini… Ma evidentemente c’è uno scollamento tra principi scritti e realtà, se accade che un partito, nato dall’unificazione di forze e movimenti di estrema destra, anche neonazisti, quello che poche settimane fa ha avuto in Svezia +20% dei consensi, si chiama Democratici svedesi. Com’è possibile che si definisca ‘democratico’ un partito xenofobo e nazionalista, che considera gli immigrati una minaccia per l’identità della cultura svedese, che mette la sicurezza e l’ordine al primo posto?
E così, parole come Libertà o Diritti che oggi vengono usate da tutti dicono poco se non vengono associate a ogni persona umana.
E quindi restituire a parole-valori, banalmente usate da troppi, il loro vero significato è anche un compito dell’associazione nei nostri incontri.