E' successo anche per colpa mia. Terribile rendersene conto.
di Alberto Galanti---09-10-2022
Il documentario prodotto dalla Rai per i 40 anni dell'attentato al Tempio Maggiore mi ha sconvolto. In quegli anni il dramma della morte improvvisa a 36 anni di mio cognato e la conseguente scommessa sulla vita che portò alla nascita di mia figlia, mi distrassero dalla politica attiva. Per gli anni successivi purtroppo la mia ignoranza non ha scuse. Dove ero al decennale, al ventennale, al trentennale? Perché nella bolla informativa in cui vivo un tale approfondimento non entrò? Solo oggi, finalmente, qualcuno me lo ha sbattuto in faccia. Gliene sono grato.
Ricordavo il fatto ma non avevo piena consapevolezza del clima d'odio che lo aveva favorito nella totale assenza dello Stato. Un'assenza che pone interrogativi a cui ancora non arrivano risposte.
In questi giorni ho cercato di documentarmi e sono arrivato a recuperare alcuni pezzi di un quadro inquietante. Lo riassumo:
Invitato da Giulio Andreotti, allora Presidente dell'Unione interparlamentare (organizzazione mondiale dei parlamenti), ad assistere ai lavori dell'assemblea dell' Unione, il 15 settembre 1982 Yasser Arafat arriva a Roma. L'Organizzazione per la Liberazione della Palestina, di cui Arafat è leader, ha al suo interno fazioni terroriste attive a cui dà spazio e copertura. L'invito, spiega Andreotti, è subordinato a una dichiarazione ufficiale del leader dell'OLP, di abbandonare la pretesa di negare a Israele il diritto di esistere, se fosse ripreso il dialogo tra le parti in guerra. Il drammatico conflitto in Libano in quello stesso anno, ha cause scatenanti complesse e vede protagonisti di sanguinosi scontri nazioni, fazioni, etnie e gruppi religiosi. Un brodo di coltura del terrorismo che Israele decide di affrontare militarmente perché minaccia la sua stessa esistenza.
Un'opinione pubblica schematica e scarsamente informata, arriva a individuare sbrigativamente negli israeliani i carnefici e nei palestinesi le vittime. Da qui a considerare 'partigiano' un terrorista il passo è breve e questo passo è soprattutto la sinistra a compierlo con conseguenze gravissime. In Europa si sono già compiuti attentati contro gli ebrei in quanto tali. Le massime autorità, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, la Presidente della Camera Nilde Iotti, il Ministro degli Esteri Emilio Colombo con la lodevole eccezione del Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini che si rifiuta di incontrarlo, ricevono Arafat come un Capo di Stato. Anche Giovanni Paolo II lo riceve in udienza. Tanto basta per accreditarlo di fronte all'opinione pubblica e alimentare e diffondere un serpeggiante antisemitismo. La preoccupata reazione e la protesta delle comunità ebraiche italiane farà dire a Sandro Pertini 'Ma cosa vogliono questi ebrei?'. (Quello stesso Pertini corso a mettersi sotto i riflettori delle TV nel 1980 dopo il terremoto in Irpinia e, nel 1981, con la tragedia di Vermicino).
Un ottimo articolo di Giulio Meotti, pubblicato su Il Foglio nove anni fa, spiega quel clima politico e sociale avvelenato che portò, 24 giorni dopo la visita di Arafat, all'attentato al Tempio Maggiore.
Ecco il testo, per chi vuole saperne di più.