I nodi al pettine
di Rosy Ciardullo---16-10-2022
Un magma incandescente sta investendo l’Italia e in parte la sommergerà. Se questo governo non si spingerà ad attaccare i diritti è soltanto per abilità e professionismo politico. Ma negli anni a venire non prevarrà sempre il politicismo e la convenienza. Gli eletti sono personaggi ecumenici e qualcuno (Fontana) di matrice clericale, quindi si mostreranno ben presto per quel che sono. La classe non è acqua , si diceva, ma stavolta al contrario.
Per adesso abbiamo un governo che contraddice la nostra stessa storia repubblicana. Liliana Segre ce lo ha ricordato con lo stigma che porta su di sé. Fino a qualche anno fa sarebbe stato impossibile immaginare una compagine governativa di tal fatta. Le cose avvengono lentamente ma stavamo scivolando già da un po' su questi crinali e molti se ne rendevano conto fiutando il pericolo. Si potrebbe dire..non è una novità quindi! Ebbene gli italiani si meritano questo governo eletto legittimamente. Ma questo non esaurisce il discorso. Chi non è d’accordo e non si riconosce in questa compagine identitaria e fondamentalista, è chiamato ancora di più a valutare e ad evitare collusioni. Vedere i due Presidenti, La Russa e Fontana, rispettivamente di Senato e Camera, e gli incarichi di Ministri attribuiti a soggetti non adeguati a quelle funzioni, ingolfa la prospettiva mentale e produce spaesamento in tutti coloro che non accetteranno mai una classe politica compromessa col passato fascista e il coinvolgimento con le principali centrali internazionali post-fasciste, da Vox , a Orban ad Alba Dorata, colluse con Putin e altre democrature.
In questi giorni, abbiamo assistito ad una spartizione dei seggi frutto di una legge elettorale scellerata con maggioranze già scomposte e patti sottobanco con l’opposizione per scambi di poltrone di seconda fila, le vice-presidenze parlamentari, le Commissioni, Copasir e la Vigilanza Rai. E per altri accordi al buio che presto arriveranno considerati i rapporti con Berlusconi. Accordi che lastricheranno da adesso in poi le strade di questa legislatura, ogni volta che serve.
Questo è il preludio di un governo che non si è neanche insediato e non vediamo ancora come si evidenzieranno i nodi al pettine. I nodi sono: l’economia, il bilancio annuale e caro bollette, aiuti economici all’Ucraina e scelte sulla guerra, emergenza covid, soldi per gli asili nido già stanziati ma senza decreti attuativi (quasi 5 miliardi) e per equiparare pensioni e stipendi all’inflazione (8 miliardi), la transizione ecologica tratto importante del PNRR, i rapporti con l’Europa: che non significa soltanto stare nel consesso europeo ma saper chiedere, presentare proposte, essere credibili sperando che qualcuno ci prenda sul serio nonostante i pedigree terribili. Sarà tutto molto difficile dopo il Governo Draghi. Per adesso l’Europa ci guarda.
La carta vincente di Meloni dovrebbe essere Giancarlo Giorgetti (Lega) che probabilmente sarà Ministro del MEF (Ministero Economia e Finanze). Questo asso nella manica, che non è un economista, erediterà tutti provvedimenti del governo precedente e dovrà disporre di tecnici veramente esperti per mettere le mani nel Bilancio dello Stato, nella complessità dei conti che finanziano le attività dello Stato e del welfare. Giorgetti considerato capace e accreditato anche all’estero, ha però un profilo defilato e spesso lo ha dimostrato. Nessuno sa quanto vorrà mettersi veramente in gioco davanti alle partite decisive, e quanto sarà fedele agli ordini di scuderia di Salvini su flat tax e quota 100, e quanto sarà disponibile a tenere sulle indicazioni europee. Che non prevedono scostamenti di bilancio e spesa in deficit.
L’azione del tandem Meloni-Giorgetti sarà forse l’unica sorpresa.
E’ vero che a sinistra non si candidano le donne alle più alte cariche per un’insufficienza di generosità e di visione che colpisce sia lo sviluppo del paese che l’economia, che registra anche per questo, punti in meno nello sviluppo della ricchezza prodotta ( PIL), ma non mi pare che la Meloni scandalosamente incline a non dare legittimità alle conquiste del femminismo (l’aborto) e al gender, si trovi a svolgere un ruolo migliore tra soggetti politici maschili in campo, i suoi competitor, che sono molto risentiti e riottosi a dover condividere il potere con lei. Che doveva essere soltanto il volano per tornare al potere.
Berlusconi e Salvini vogliono continuare a marcare il territorio con candidature e proposte che possono comunque garantire il controllo e la loro presenza nel nuovo esecutivo. I ricatti in seguito ci saranno e saranno pesanti per evitare la caduta del futuro governo.
A questo Meloni non ci aveva pensato e per questo scalcia. Manca la consapevolezza, la grinta è importante ma non basta.