Political party rave?
di Raffaella Grasso---03-11-2022
Alcuni degli errori – a mio avviso – dell’attuale Sinistra italiana (*)

- Aver fatto campagna elettorale “contro” e non “per…”.
- Aver lasciato appannaggio della Destra anche e soprattutto il tema della sicurezza.
- Aver pensato che ci siano dei temi ‘buoni’ o ‘cattivi’ a prescindere da come vengono declinati e dalle tante sfumature che li caratterizzano e sulle quali, invece, è opportuno schierarsi e battersi.
- Non aver colto l’opportunità del pontificato di Papa Francesco per partire dalle più autentiche radici cristiane e discutere laicamente anche con coloro che cercano di mutuare dalla fede elementi per una sana convivenza civile.
- Non aver capito che quando si privilegiano i più disparati diritti individuali e non si è altrettanto sensibili sui diritti sociali (delle maggioranze) si fa solo un’operazione di profilo elitario. Basta forse confinare il dissidente in definizioni riduttive e opportunistiche come quelle di “cattolico integralista”?
- Le aspirazioni ambientaliste non sono mai state prioritarie nell’agenda politica, atteso poi che non c’è un Partito che ne rappresenti adeguatamente le istanze e considerato – d’altro canto – che bastava intanto rifarsi alle linee ideali contenute nell’Enciclica “Laudato Si” sulla cura della casa comune!
- Aver perso il contatto effettivo con la scuola (professori ed alunni), essersi indignati per la parola “merito” (che la Destra ha sicuramente artatamente usato) pur avendo avuto molteplici riscontri sulle inadeguatezze in cui versa il sistema-scuola nel confronto con l’Europa per non aver affrontato e colmato le disuguaglianze di partenza e aver abbassato la qualità della formazione e della cultura.
- Aver trascurato la ricerca e l’innovazione ed accodarsi a parlare di “bollette” senza spiegare che il rincaro delle stesse è un effetto e non una causa.
- Scegliere il conformismo dell’anticonformismo come cifra per esser-ci.
- Credere di aver interpretato i bisogni e le aspettative delle persone perché si sono attivate – funzionalmente e da ultimo – le agorà democratiche.
- Non aver valorizzato il comprovato cosiddetto “Partito dei Sindaci” rispetto alle logiche di persistente cooptazione della gestione centrale.
- Pensare di aver sbagliato strategia per non essersi “uniti a Sinistra” e non aver ancora capito che ci si unisce su un programma, una visione condivisi e preparati per tempo, senza ambigue rincorse elettorali.
- Supporre di aver sbagliato perché non si è individuato il bacino di riferimento a cui rivolgersi (come fosse un Sindacato). Un Partito dovrebbe invece declinare la propria identità/visione e raccogliere i consensi di chi si riconosce in quel dato progetto.
- Pensare che la legge elettorale non abbia abbastanza appeal per non essere una priorità democratica da affrontare, in tempi non sospetti.
- Ipotizzare di combattere la Destra a priori, rincorrerla su banalità da mera cronaca, che riempiono le trasmissioni dei vari palinsesti TV e che, così amplificate, si prendono l’immeritata scena, a discapito delle priorità da perseguire.



(*) Uso le abusate e forse improprie categorie di “Sinistra” e “Destra” per mera semplificazione.