L'elaborazione del formarsi
di Carlo Mari---10-12-2022
Giornata intensa e molto particolare fra i nostri progetti scuola, quella di MERCOLEDI’ 7 DICEMBRE. E forse lo sentivamo in anticipo, infatti con il gruppo studentesco impegnato ci siamo mobilitati volentieri in uno staff più folto del solito di accompagnatori. Con due gruppi classe del Liceo Dante e del Liceo Visconti, insieme alle 2 Docenti accompagnatrici, abbiamo partecipato come Associazione il sottoscritto e le socie Giuliana Mori, Marina Del Manzo, Paola Pace e, per la parte pomeridiana, anche Raffella Grasso e Sergio Poli.

La mattina incontro presso la sede della Confindustria all’Eur, viale dell’Astronomia. Il pomeriggio, sempre all’Eur, alla fuksasiana Nuvola per la fiera della piccola editoria. Dovevamo concludere l’incontro mattutino per le 12.30, pranzare alla mensa confindustriale e poi spostarci alla Nuvola. Abbiamo invece finito alle 13,15, perché il dibattito fra studenti e dirigenti della Confindustria che ci hanno accolto e accompagnato nello stage si è prolungato per l’evidente interesse dei ragazzi e direi anche per l’empatia che si è creata tra dirigenti confindustriali e gruppo studentesco.


Quando si dice: PCTO, che vuol dire questa sigla mostruosa? Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento. Non è, o per lo meno non più, la vecchia impostazione di alternanza scuola-lavoro. E’ di meno? E’ più generico? E’ meno utile? Il contrario, è semmai tutto di più. Dipende ovviamente dalla intensità e convinzione nella partecipazione da parte di chi organizza e soprattutto di chi presenta “cose” ai giovani e dai modi di ricevere ed elaborare da parte degli studenti. E tutto questo mercoledì 7 dicembre devo dire ha funzionato alla grande. Clima convinto e partecipe, e disponibilità: a parlare e a ricevere. Da tutte le componenti.
Tre dirigenti ci ricevono nella sala conferenze Pininfarina e presentano ai ragazzi tre “relazioni”, niente affatto paludate e ben assortite fra loro, per varietà e capacità di coinvolgere. 1. Come presentare un curriculum e soprattutto come approcciare la ricerca di un lavoro 2. come cercar di capire i propri talenti, le proprie inclinazioni, il proprio modo di essere e relazionare con gli altri, il tutto accompagnato da slides gradevoli e da domande coinvolgenti per i ragazzi. La più efficace ed incisiva? A quale animale ti paragoneresti, per modi di essere e comportarti? 3. Cosa chiedere alla scuola, ed in modo specifico all’indirizzo di studi frequentato. Insomma si parlava di lavoro, ma anche di umanità, di essere persone, di essere cittadini e cittadini lavoratori. In particolare la relazione iniziale (cosa chiedere alla scuola) ha palesemente mosso il clima dell’incontro in questa direzione. Beh, che un dirigente confindustriale dica agli studenti di chiedere e cercare dalla scuola l’insegnamento di quattro cose: capacità di amicizia - capacità di fatica - la curiositas - la propensione al dubbio, al porsi domande e punti interrogativi; dicevo appunto, beh, non è proprio scontato che tale messaggio arrivi da chi si occupa quotidianamente di impresa, gestione aziendale, governo del mercato. Comunque sia, gli stimoli al gruppo studentesco sono arrivati, e risposte e domande anche, numerose e stimolanti.
Infine intervento della Direttrice Generale della Confindustria, dunque figura di primissimo piano, da cui puoi temere un pistolotto su ruolo, funzione e importanza della Confindustria. Manco per niente, si mette a parlare di sé (ne aveva palesemente voglia e bisogno e ha scelto un interlocutore pubblico e giovanissimo). Poteva sembrare fuori asse, autoreferenziale, ad una impressione superficiale, e invece ha finito col risultare approccio vincente, e pure perfettamente centrato dentro il senso di un PCTO; sigla mostruosa, come si diceva, ma che in fondo contiene dentro di sé una cosa primaria: la persona.

Insomma con frequenti momenti di interazione con i ragazzi, si è parlato di come essere – e non apparire artificiosamente - dentro le dinamiche di un posto di lavoro; di cosa portarsi dietro dalla propria formazione dentro il vissuto di cittadino lavoratore; e soprattutto di libertà dell’individuo, dentro una comunità, piccola o grande, libera (ahi tema quanto attuale se ci guardiamo in giro per il mondo).
E anche di cosa fa la Confindustria per sostenere i piccoli imprenditori, non garantiti da una dimensione aziendale di sicurezza; e a proposito di sicurezza, di morti sul lavoro, e di responsabilità. Appunto i tre temi dominanti delle domande dei giovani e delle risposte delle Direttrice Generale: libertà, scelta, responsabilità, rendicontazione a se stessi e alla collettività del proprio agire.
E a proposito di incidenti sul lavoro, e quindi di dolore, l’ultima domanda di uno studente del Liceo Dante può dare bene il senso del clima dell’incontro, e del suo valoro formativo:
“ Lei come elabora il dolore, la perdita?”. Altro che scuola-lavoro in senso riduttivo. Qui c’era di più: l’uomo dentro la vita e il lavoro dentro l’uomo. E nessuno si è risparmiato nelle domande e nelle risposte, esprimendosi con libertà : appunto!
Si poteva andare avanti fino al pomeriggio; ma giustamente una solerte segretaria, grintosa ma gradevolissima anche lei, richiama tutti all’ordine. Alla mensa ci aspetta il pranzo, alla Nuvola ci aspettano altri incontri, e siamo in ritardo. Un piacevolissimo pranzo al sacco in mensa insieme ad impiegati vari della grande struttura confindustriale, e poi 10 minuti di camminata per arrivare alla splendida Nuvola.
Assistiamo ad un dibattito su giovani, scuola, libri e futuro, con relatori anch’essi assai qualificati; ma in verità la adrenalina psicofisica tutti se la sono giocata nella mattinata al salone conferenze (mai termine risulta meno appropriato in questo caso). Ci si guarda soprattutto intorno, e comunque si osserva con piacere l’insieme degli stand espositivi dei vari editori, il susseguirsi sui vari piani delle sale convegni, l’aggirarsi dentro la struttura di un numero enorme di scolaresche in visita, molte delle quali di scuola elementare. Evviva queste iniziative, evviva professori e maestri che ci credono e che conducono bambini e ragazzi a fare queste visite e queste esperienze.
Infine dieci minuti ce li ritagliamo solo per noi accompagnatori e soci di Iscrittiaparlare, che siamo andati e andiamo in giro costantemente per Roma e per il mondo (qualcuno di noi era arrivato la sera prima dalla Francia). E meno male che siamo fatti così, e ne abbiamo possibilità: ci sentiamo di casa nel mondo, non solo nella nostra città e nel nostro quartiere. Eppure nessuno di noi era ancora mai entrato nella Nuvola. E così abbiamo approfittato per guardarcela bene, conoscerla: e sinceramente apprezzarla. Bella, molto bella e suggestiva.

E così finisce il 7 dicembre di un PCTO (l’ho già detto? sigla mostruosa) organizzato da Iscrittiaparlare. Alla prossima puntata, amiche ed amici.